Tutto ciò che facciamo quotidianamente ha un impatto sull’ambiente (anche ciò che non facciamo, disse qualcuno). Certamente pure il nostro modo di fare shopping è collegato alla salvaguardia dell’ambiente.
Può darsi che, prima dell’era di Internet non sapevamo tante cose, ma oggi giorno è abbastanza facile e veloce informarsi su qualsiasi argomento.
Vi siete già chiesti come è possibile che una maglietta costi soli 3 euro? Già il cotone e il filo in sé costano qualche cosa. Dalle Polo-Shirt anche i bottoni, dai pantaloni la cerniera, ecc. Quello che produce deve pure guadagnare, anche quello che vende, poi ci sono le spese di trasporto, spese doganali etc.
C’è qualcosa che non quadra. Qualcuno viene sfruttato in tutta questa faccenda. E noi sappiamo già chi. Vogliamo veramente essere complici di business del genere?
Purtroppo io non mi posso escludere. Anche a me era già capitato di comprare qualche cosa tipo: „vedi, soli 5 euro“. Mi ricordo ancora che ho guardato l’etichetta solo tornando a casa: Bangladesh. Ero rimasta male sapendo quello che era successo alle mille ragazze sarte. E anche perché era successo. Sono state costrette a lavorare in condizioni indecenti solo per arricchire altre persone. Queste persone sono responsabili per le loro vite e le loro famiglie, che ora sono rimaste anche senza entrate di denaro.
E certo, mi sono chiesta anche se era peggio se tutti noi smettessimo di comprare gli abiti provenienti da paesi del genere.
E se dopo loro restano senza lavoro per causa nostra?
E se decidiamo di pagare di più? Chi ci garantisce che gli operai ricevono la differenza?
Nemmeno i marchi più famosi e cari sono automaticamente garanzia che la gente verrà trattata meglio. Che fare? Estremamente difficile da decidere!
Posso solo sperare che il „FairTraid“ e i vestiti BIO mantengano veramente quello che promettono… e che con loro siamo sulla strada giusta.
Per mia fortuna sono di nuovo arrivata al punto di voler meno vestiti, ma di miglior qualità e ecologici. Costano di più ma durano più a lungo, ed ogni volta quando li hai addosso puoi essere fiero di te stesso per il tuo „contributo positivo“ all’ambiente.
Solo che il fatto di „tenere più a lungo“ non interessa tanto alla gente „modaiola“. La moda cambia veloce. Non si può mica girare con dei vestiti che sono già „out“.
Ma ragazzi, chi decide cosa (e quando) diventa „in“ o „out“? E sopratutto perché dobbiamo seguire quelle „regole“. Chi ci costringe? Possiamo scegliere da soli che cosa vogliamo portarci addosso e per quanto tempo. O no?